Categoria: In Evidenza
Cinque anni incominciano a significare qualcosa, almeno per noi, nel panorama dei congressi nazionali ed è certamente un motivo di malcelato orgoglio essere giunti ad organizzare la quinta edizione di un evento che ha come unico argomento la traumatologia pediatrica. Una patologia sicuramente che occupa una “nicchia” nel campo della traumatologia dell’adulto. Il nostro orgoglio aumenta se pensiamo che il nostro sforzo organizzativo è il frutto del lavoro delle persone che operano in un unico dipartimento ospedaliero e non è il Congresso espressione di una Società Scientifica. Tutto ciò ha ricevuto il riconoscimento di qualità da parte della nostra Società di riferimento, la SITOP, ma ancor più importante è che la nostra Società Madre, la SIOT, ha riconosciuto e premiato, fino ad oggi, la qualità scientifica dell’evento che abbiamo confezionato concedendoci il suo Patrocinio. Segno evidente che il contenuto del Congresso di Traumatologia Pediatrica spicca nel pur ricco panorama dell’offerta degli eventi formativi italiani.
La spalla in artroscopia
Nel documento la società spiegava di aver ricevuto i dati del Registro Nazionale delle Articolazioni dell’Inghilterra e del Galles (National Joint Registry NJR) in cui si evidenziava un tasso di revisione (ovvero di difetto e dunque re-impianto per il paziente) di circa il 12 % a 5 anni di follow- up, causati da disallineamento della protesi, dislocazione, rottura della stessa, frattura dell’osso, dolore e sensibilizzazione al metallo. Un tasso troppo alto rispetto al previsto e dunque la necessità di ritirare il prodotto dal commercio. Non solo. Nel medesimo documento si invitavano i singoli ospedali/ chirurghi ortopedici a ricontattare i pazienti impiantati per effettuare un controllo, atto a verificare lo stato della protesi d’anca e la salute degli stessi interessati attraverso un’ecografia ed esami del sangue per la ricerca di cromo e cobalto: si tratta dei materiali di cui sono abitualmente composte le leghe metalliche utilizzate in ortopedia, tollerate dall’organismo se in quantità minime, ma molto pericolose, tossiche, se presenti in concentrazioni elevate. Verifiche e controlli nel tempo sono stati stilati da un organismo internazionale e la DePuy si è detta pronta a sostenere tutti gli oneri economici del caso, compresa l’eventuale sostituzione delle protesi nei pazienti a rischio.